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Parmenide

Parmenide è un rilevante personaggio nella storia della filosofia in quanto afferma che l'essere è e il non essere non è ed è un importante novità poiché prima di lui si credeva che l'essere non è mentre il non essere è (Eraclito).

Secondo Parmenide l'essere viene considerato immutabile, statico e finito al contrario di Eraclito che secondo lui l'essere è divenire, quindi in un continuo movimento.

Nasce quindi l'ontologia: lo studio dell'essere in quanto essere.


 


     Eraclito e Parmenide



Secondo Parmenide il mondo non deriva dal nulla dato che la fine del pensiero e della realtà non sono presenti.

Egli dichiara quattro caratteristiche dell'essere:
  1.  L'essere è ingenerato e imperituro: non nasce e non muore
  2.  L'essere è eterno: esiste solo il presente
  3.  L'essere è immutabile e immobile
  4. L' essere è finito: la perfezione è data dalla completezza. 
Eraclito paragona l'essere a una sfera (simbolo di perfezione per i greci) perfettamente omogenea e identica in ogni sua parte. Quindi è finita e non muterà nel tempo.


L'essere paragonato a una sfera omogenea 


Esistono tre principi logici fondamentali:
  1. Principio di identità: essere identico a se stesso
  2. Principio di non contraddizione: l'essere non può non essere
  3. Principio del terzo escluso: qualsiasi cosa o è o non è (non esiste una terza posizione)




Parmenide scrisse "Sulla natura": un poema in versi nella quale esprime, in modo filosofico e razionale, l'aspirazione verso una sapienza sacrale.  

In questo proemio il filosofo immagina di essere trasportato verso il Sole con l'ausilio di un carro trainato dalle Muse. Quest'ultime gli permettono di conoscere da una dea la rivelazione sulla verità con il compito di annunciarlo infine all'intero mondo.

Sulla natura di Parmenide



-Grazia Galesso 3C




 

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